domenica 18 luglio 2010


L'abituro presidenziale scade il 30 luglio.

Per il nuovo vedi immagine

venerdì 25 giugno 2010

Firenze - Marina di Pisa (merda) - 23-05-2010


Queste poche righe mi erano rimaste nella penna, dimenticate. Poi è passato del tempo, sono successe tante cose ma... il còmpiuter non dimentica. Vi ri-propongo una breve cronaca dell'ultima impresa, corredata da poche foto scattate alla partenza. Poi ci siamo dimenticati di scattarne altre tranne quella bestia di Alberto che ha documentato proprio tutto; ir problema è che usa ancora la macchina fotografica anal-ogica perché deve finì i'rotolino e quindi le sue foto sono merda nell'era di internè.
Firenze - Marina di Pisa (merda), una bella sgroppata di 140 chilometri in bici col fior fiore dei Cicloamorosi. Firenze-Pistoia-Lucca-Pisa (merda)-Marina di Pisa (merda)-Livorno-treno.
7 uomini in fuga, scatenati ed esaltati dalla visione quotidiana delle tappe del Giro d'Italia, con poco allenamento nelle gambe ma con una gran voglia di giocare. Firenze Pistoia sul filo dei 40 all'ora, treni con altri ciclisti, ventagli e fughe che pareva il "Fiandre", berci e fischi alle fìe per strada, rischio infarto sulla salita del Serravalle per stare dietro a una fìa in bici da corsa con un culo (la fìa, non la bici) da schianto, primi cedimenti ed ancora fughe fino a San Giuliano, sosta per il pranzo al ristorante "il Foro" (ristorante dal nome ambivalente perché posto alla fine di una galleria e perché il ristoratore è buho e ce lo ha messo in culo al momento di pagare), riavvicinamento coniugi a Pisa (merda), dove ci siamo finalmente liberati dello Zio Piero affidandolo alle cure efficaci di Marina, indi sgroppata finale verso ir Mare ed epico finale con visione della tappa del Giro che arrivava allo Zoncolan (Zio càn!), poi via come fulmini a Livorno, ponce "no dar Civili che domenica è chiuso" ma in un bar cò dù ciale nòve, treno e via a casa.
Una giornata spesa bene.

Ir vostro irbix

mercoledì 23 giugno 2010

Panorami

Panorami
Riceviamo e volentieri pubblichiamo :
le Mont Ventoux
visto da Franco
Sergio

venerdì 30 aprile 2010

mercoledì 21 aprile 2010

venerdì 16 aprile 2010

Cordiali saluti

Noi quassù si sta bene e così speriamo di voi laggiù.

giovedì 15 aprile 2010

Angeli Neri


Ciao Chiara.

mercoledì 31 marzo 2010

Primavera ciclistica brilla nell'aria e sui divani esulta...


Sia per i cicloamatorturisti seri sia per quelli laringo-tracheali (nel senso del russare) dei lunghi pomeriggi sul divano in fondo al rettilineo, pubblichiamo l'elenco degli appuntamenti ciclo-televisivi di aprile.

Noi Cicloamorosi non abbiamo più un calendario di appuntamenti mensile, ormai l'unica cosa che ricorre è il ritrovo della Schiuma. Ci si può rimettere l'orologio, almeno ogni 15 giorni ci riuniamo e partoriamo idee ed imprese; oltre i barriti faringei e le flatulenze c'è di più.

Quanto a pedalare... la sella può attendere: che DIVANO SIA!!!

Date aprile Competizione
31/3-5 Settimana Ciclistica Lombarda
3 Gran Premio Miguel Indurain
4 Giro delle Fiandre
5-10 Giro dei Paesi Baschi
6 Circuit Cycliste Sarthe
7 Scheldeprijs
7-11 Volta ao Alentejo em Bicicleta
8 Grand Prix Cerami
11 Parigi-Roubaix
11 Klasika Primavera
11-18 Presidential Cycling Tour of Turkey
13 Paris-Camembert
14 De Brabantse Pijl - La Flèche Brabançonne
14-18 Vuelta a Castilla y Leon
18 Amstel Gold Race
20-23 Giro del Trentino
21 Freccia-Vallone
25 Liegi-Bastogne-Liegi
25 Giro dell'Appennino
27-2/5 Giro di Romandia

martedì 23 febbraio 2010

il trenino di vallombrosa



ricerche sul trenino

IL TRENINO DI VALLOMBROSA

Viaggiando in treno verso Roma vi sarà capitato di osservare, in velocità, la stazione di Sant' Ellero (posta fra le stazioni di Pontassieve e Rignano), con il suo aspetto di ispirazione alpina. Questa particolarità ha una sua evidente ragione che ora andrò a spiegare. In tempi andati si poteva raggiungere Vallombrosa, posta a 955 metri di altezza, distante trenta chilometri da Firenze, unicamente con delle carrozze a cavalli. Il viaggio durava dalle quattro/cinque ore e solo pochi fortunati privilegiati potevano permetterselo. Finché un giorno l'ingegnere svizzero conte Giuseppe Telfener, durante un periodo di vacanza a Vallombrosa, estasiato dal panorama decise di dare fondo al suo capitale per realizzare lì una stazione di soggiorno estivo e nello stesso tempo trovare il modo di far affluire i turisti in tempi più brevi. Pensò così di creare una ferrovia a scartamento ridotto, a cremagliera, che dalla stazione di Sant'Ellero giungesse fino al Saltino, località posta a quota 957 metri di altezza, poco distante da Vallombrosa. L'ingegnere lavorò personalmente al progetto che presentò alle Autorità competenti nel novembre del 1891, subito fu approvato con un finanziamento di tremila lire al chilometro. I lavori iniziarono il 23 maggio 1892 e finirono il 20 settembre dello stesso anno e, dopo 5 giorni, il 25 settembre la linea fu inaugurata. Le rotaie erano a scartamento ridotto e per superare alcuni tratti al 22% , la locomotiva doveva usufruire della cremagliera, dove la ruota media della stessa ingranava su un terzo binario, posto al centro delle rotaie, completamente dentato. Per prima cosa l'ingegnere Telfener cambiò l'aspetto della stazione di Sant'Ellero, che era poco più di una capanna, trasformandola in una di stile svizzero, quasi una firma della sua provenienza. Da questa stazione (110m s.l.m), il trenino iniziava il suo percorso di otto chilometri, percorrendo l'ultimo tratto tra querce e castagni terminando infine la sua corsa nella stazione di Saltino. In estate venivano effettuati tre corse di treni andata - ritorno. Il viaggio durava solo 57 minuti. Una conquista, rispetto alle 4-5 ore di un tempo. Il materiale di trazione a disposizione era formato da tre locomotive a due assi, costruite dalla casa americana Baldwin di Filadelfia, a caldaia inclinata, costruita a tale scopo per avere il livello dell'acqua sempre costante, come se il percorso fosse stato in pianura; il materiale utilizzato era costituito da quattro carrozze. D'estate si usavano quelle a giardiniera (scoperte) della capacità di cinquantasei posti a sedere, mentre d'inverno, veniva impiegato un carro bagagliaio provvisto di un piccolo scompartimento dove potevano, data la scarsa affluenza invernale, prendere posto dieci persone, compreso il capotreno che doveva controllare il percorso del trenino . Per il ritorno, in discesa, era il macchinista che aveva tale compito. Comunque tutti i treni erano composti dalla locomotiva e da una sola carrozza e, talvolta, da un carro merci. Il trenino circolò dal 25 Settembre 1892 fino all'ultima corsa effettuata, dopo trentadue anni, il 18 Aprile 1924. Della ferrovia sono rimaste solo alcune tracce e per chi volesse riscoprirle può ripercorrere a piedi il suo percorso senza però, ahimè, poter provare il fascino del trenino sbuffante di un tempo, che la civiltà dei consumi ha messo nel conto delle sue distruzioni.

martedì 16 febbraio 2010

Pasubio 2010


Lucio ci ha dato buca. Chiuso per ferie per tutto febbraio. Però non sono mancate le avventure, anzi.
Nel breve volgere di un paio di giorni si è provveduto a camminare sulla neve a piedi nudi e guidare a ruote nude; a fare trekking con la neve alle ginocchia (qualcuno ce l'aveva ai coglioni) e a ritemprar lo spirito in bettole, trattorie, masi, rifugi; ad andare alla ricerca del Lucio perduto e ad imbattersi invece in una "affascinante" strega dispensatrice di bigoli e allegria.

Se volete dare un'occhiata alle immagini ecco qui il link http://picasaweb.google.com/irbixx/Pasubio2010?feat=directlink

Oppure cliccate sul collegamento in alto a destra, sotto il gatto-orologio.

Alla prossima impresa!

venerdì 12 febbraio 2010

CENTOMILA GAVETTE DI GRAPPA


Oggi si parte. Obbiettivo Schio/Lucio/Grappa, non nel senso del monte.
Come i fiorentini ai tempi della peste, scappiamo in collina in fuga da tutto, anche dalle biciclette. Quella fuga trecentesca diventò il Decamerone, per noi sarà un "Dé, camerino!", data la prolificità degli intestini.
Per due giorni e mezzo sarà solo neve, vino, allegria. E Lucio, naturalmente.

Moro di Signa e Istrione con le Ali

mercoledì 3 febbraio 2010

A Sergio

Ha scritto che n'è cascato un occhio e che gli stanno pé cascà anco le palle, ma 'r Gruppo della Schiuma ni dice di continuare a pedalare perché...

Amo le Imprese che non corsi.


Mercoledi scorso abbiamo fatto una riunione e si è parlato di imprese: praticamente le imprese pensate, progettate e sognate coprirebbero tranquillamente tutti i fine settimana del 2010 e riuscirebbero ad intaccare anche parte del 2011.

Si va dal Pasubio al BiciGiubileo, dallo Stelvio salito da Bormio al Bernina, dalla Brennero-Monaco alla Foresta Nera, da Comacchio a Genova, dai monti della Tolfa al Gran Sasso, dal Terminillo alla via Appia, dalla Roma-Napoli al Colfiorito, dalla Parigi-Roubaix alla Vuelta velo-cultural de Cuba, dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno, di quella Schiuma il mozzo tenea dietro all'avantreno. E poi c'è la settimana dell'Amore, riservata alle coppie di fatto, cioè Graspa-Rampicone e.... tutti quelli che vorranno regger loro il moccolo. Quest'anno la settimana dell'Amore si correrà in.... Corsica :-O!

Comunque vada, i primi appuntamenti potrebbero essere questi:

Pasubio e l'immenso Lucio: senza bici da venerdi 12 a domenica 14 febbraio.

i "Erzen" di Comacchio (argini) in marzo, in due giorni, quando farà più caldo.

giovedì 24 dicembre 2009

bicicletta


Cari cicloamorosi come vedete ho cambiato residenza... però lo spazio interno non era sufficiente l'ho parcheggiata fuori. Saluti da parte del mitico con tanti auguri per le festività. Saluti, il mitico

lunedì 14 dicembre 2009

Eventi Cicloamorosi !


... Grazie ragazzi ! Sergio

mercoledì 9 dicembre 2009

L’ELASTICO - di Giuseppe Valentini

All’appuntamento per le nove alle Cascine ci ritroviamo in sei dei sedici componenti l’inossidabile e glorioso gruppo Cicloamoroso: Beppe “il Mitico”, Franco, “il Moro delle Signe”, Sergio “il Presidente”, Leonardo “il Graspa”, Alberto “Robic”, Raffaella “Raffa”.
Dopo i quindici minuti statutari di comporto che ci siamo dati per attendere qualche eventuale ritardatario, ci siamo messi in moto. Destinazione: le sconosciute strade del Chianti…..
Ci muoviamo in ordinata fila indiana per non intralciare il traffico e correre dei rischi. Dopo la Certosa cominciamo a fare l’elastico; in pratica, ci si affianca in coppia e, nei limiti del possibile, si tenta di conversare. Io, ” il Mitico”, sono affiancato da “Robic” (l’annusatore) il quale mi fa notare che nell’aria c’è odore di bagno schiuma e di dopo barba; annusa meglio e decifra: dopo barba Palmolive, e bagno schiuma Linetti. Io annuisco con un “sembra anche a me”.
Il ripetuto inviperito clacson di una macchina ci riporta velocemente in fila. Ci sorpassa e gli urliamo: CORNUTOOOO! Con forza. Ai Falciani il “Presidente”mi si affianca – è da qualche tempo che non ci vediamo – e ci aggiorniamo. Mi sta descrivendo la sua tournee di Bologna, ma un’altra macchina vuol passare e interrompe il dialogo. Ora è la volta del ”Moro delle Signe “al quale chiedo notizie di Anna, la quale per motivi di lavoro si vede sempre più di rado. Poche battute e velocemente si stacca da me e raggiunge gli altri. Ora la strada è più tranquilla ed io devo un po’ forzare per non rimanere staccato. Per fortuna c’è un ritardatario: Simone il “Rampicone” che, pur essendo arrivato in ritardo all’appuntamento, si è detto convinto: “Tanto li ripiglio, li ripiglio!” e così è stato. Sta riprendendo fiato ed io glielo faccio riprendere con comodo; tanto serve anche a me.
Mi accenna appena dei suoi orientali viaggi quando un gruppo di motociclisti ci sorpassano a tutto gas e ci costringono a rasentare il fosso. Al “Passo dei Pecorai”c’è la transumanza: sono tutti lì in attesa di ricompattare il gregge. Piccolo conciliabolo: si prosegue a diritto o si svolta per le Gore?
Mi fanno scegliere; rispondo senza esitazione: a diritto a diritto, è meno impegnativo! L’ultimo tratto lo faccio in alternanza con “il Graspa” e con “Raffa“ i quali non vedono l’ora di una sosta per ”tubare” un po’.
Siamo finalmente a Greve; Casa del Popolo, merendina, pisciatine (a seconda dei bisogni) e poi di nuovo verso Firenze. Più ci avviciniamo e più l’elastico si stira e si rompe. Piano piano, prendiamo percorsi diversi, ci salutiamo e ci diamo appuntamento per un altro “elastico” prossima domenica.
Beppe.

LE FORTEZZE DEI MEDICI - di Giuseppe Valentini

Alessandro dei Medici nipote di Clemente VII vuole che i Fiorentini abbiano una lezione perpetua
per punirli della loro ribellione avvenuta nel 1526. Per questo motivo ordina la costruzione di una terribile fortezza che noi tutti conosciamo come la Fortezza da Basso, denominata la Fortezza di San Giovanni Battista. Fu costruita nel 1533 in tempi rapidissimi.
Furono impiegate 3000 persone reclutate fra coloro che abitavano in quell'area, ovviamente vennero impiegati anche i carcerati che non si potevano rifiutare. La mano d'opera doveva utilizzare anche i propri: asini, muli ,cavalli che dovevano essere utilizzati per i lavori. Se rapportiamo i cantieri esistenti al giorno d'oggi con tutta la tecnologia che abbiamo a nostra disposizione, c'è da immaginare lo scompiglio provocato da quell'immenso cantiere, anche se il traffico di allora era praticamente inesistente. La costruzione è di rara bellezza architettonica, ma di terribile stupidità. Questa Fortezza contro quali nemici era rivolta? Era nata per cannoneggiare Firenze in caso di ribellione, infatti i cannoni sono tutti rivolti verso il centro della città. Molto interessante il complesso della muratura contornata dai simboli cari ai Medici. La parte esterna, la più elegante della Fortezza ha da un lato le palle del loro stemma e il diamante emblema caratteristico della famiglia Medici; ogni palla è infatti incorniciata da quattro punte di diamante che da nel suo insieme ha un alto valore simbolico. Fu chiamata Fortezza da Basso perché più bassa rispetto al Forte Belvedere il quale, fu costruito circa sessant'anni dopo. La Fortezza da Basso venne costruita in un punto strategico, a ridosso della Porta trecentesca verso Faenza che, percorrendo tutta la via Faenza e traversato il viale, si può ancora vedere. Anche Il Forte Belvedere è nato per cannoneggiare Firenze dall'alto in quanto nessun nemico poteva arrivare dal dietro: non esisteva il viale dei Colli e quindi non era possibile attaccare da quella parte. Inoltre la Fortezza è collegata al giardino di Boboli e al Palazzo Vecchio, residenza dei Medici, i quali attraverso il corridoio Vasariano (costruito in appena cinque mesi ) in caso di fuga potevano facilmente raggiungere il Forte senza essere notati e in piena sicurezza..
Alessandro di Lorenzo de' Medici detto il Moro, sostituisce in questo periodo il fiorino, che rappresentava la Repubblica e recava il giglio da un lato e San Giovanni dall'altro, con la nuova moneta del Principato con il volto di Alessandro da un lato e dall'altro i Santi Cosma e Damiano, tradizionalmente medici e chirurghi cari ai Medici ai quali si attribuisce il primo trapianto di una gamba della storia.
Beppe.



venerdì 9 ottobre 2009


...Autunno. Sergio

venerdì 4 settembre 2009

Monte Grappa - sempre più in alcool

Monte Grappa in pillole

Le tappe:
venerdi 28/8: Feltre-Monte Grappa-Bassano km. 65
sabato 29/8: Bassano-Marostica-Passo Xomo-Bosco di Tretto km. 75
domenica 30/8: Bosco di Tretto-Valli del Pasubio-Passo Xon-Recoaro-Padova km. 75

Il Campione Sociale:
Albi, su tutti.

La salita:
La salita al Monte Grappa si è rivelata inutilmente lunga, insensatamente dura all'inizio e sul finale, superflua dal punto di vista paesaggistico, insignificante quanto a valore epico ciclistico.
Niente roccia dolomitica, troppo verde, troppi prati, troppe scarpate insulse. "Mortirolo dei poveri", la salita cresce fra panorami scontati e banali, alpeggi a non finire, case delle vacanze e biche di vacca... ed in più non c'è acqua: nessuna fontana, nessun torrente, nessun ristoro fino quasi alla sommità.
Ben diversi si sono rivelati gli altri due passi: bar, trattorie, fontane, gente allegra prima, durante e dopo la salita e, al Bosco di Tretto, Kaiser Lucio su tutti.

Bevande e ristori:
Se escludiamo le poche gocce d'acqua bevute durante le salite, questa è la progressione alcoolica:
pochi istanti prima del Grappa (nome omen): mezzo bianco e mezzo rosso per i Tre Moschettieri (Moro, Rampicone, Zio Gavia) e birra media per Albi,
pochi chilometri prima del Xomo: due birre medie per tutti,
la sera prima del Xon, da Lucio: due giri di ombre come aperitivo, circa quattro litri di rosso a tavola per i Tre Moschettieri e due birre medie per Albi; dopo cena giro di grappe e rinforzino con caraffa di bianco degustata all'aperto, al fresco, con Lucio.

La compagnia:
eccezionale, come sempre. Lo zoccolo duro dei 4 Moschettieri ha funzionato alla grande. Per le prossime imprese aspettiamo Nonno Piero e il Coppolone, ma anche tutti gli altri, naturalmente.
Nelle imprese, anche le più banali, vengono condivisi crisi e trionfo, dolore, lacrime e felicità assoluta, fatica, sudore, polvere e la gioia della discesa, pioggia, caldo e freddo e... vino.

I nostri motti:
mettersi in gioco, gestire l'ansia, aspettare chi è rimasto indietro (ammazza, che sò Crepet!)... ma soprattutto sempre più in alcool!

Alla prossima, ir vostro Moro

venerdì 14 agosto 2009