giovedì 24 dicembre 2009

bicicletta


Cari cicloamorosi come vedete ho cambiato residenza... però lo spazio interno non era sufficiente l'ho parcheggiata fuori. Saluti da parte del mitico con tanti auguri per le festività. Saluti, il mitico

lunedì 14 dicembre 2009

Eventi Cicloamorosi !


... Grazie ragazzi ! Sergio

mercoledì 9 dicembre 2009

L’ELASTICO - di Giuseppe Valentini

All’appuntamento per le nove alle Cascine ci ritroviamo in sei dei sedici componenti l’inossidabile e glorioso gruppo Cicloamoroso: Beppe “il Mitico”, Franco, “il Moro delle Signe”, Sergio “il Presidente”, Leonardo “il Graspa”, Alberto “Robic”, Raffaella “Raffa”.
Dopo i quindici minuti statutari di comporto che ci siamo dati per attendere qualche eventuale ritardatario, ci siamo messi in moto. Destinazione: le sconosciute strade del Chianti…..
Ci muoviamo in ordinata fila indiana per non intralciare il traffico e correre dei rischi. Dopo la Certosa cominciamo a fare l’elastico; in pratica, ci si affianca in coppia e, nei limiti del possibile, si tenta di conversare. Io, ” il Mitico”, sono affiancato da “Robic” (l’annusatore) il quale mi fa notare che nell’aria c’è odore di bagno schiuma e di dopo barba; annusa meglio e decifra: dopo barba Palmolive, e bagno schiuma Linetti. Io annuisco con un “sembra anche a me”.
Il ripetuto inviperito clacson di una macchina ci riporta velocemente in fila. Ci sorpassa e gli urliamo: CORNUTOOOO! Con forza. Ai Falciani il “Presidente”mi si affianca – è da qualche tempo che non ci vediamo – e ci aggiorniamo. Mi sta descrivendo la sua tournee di Bologna, ma un’altra macchina vuol passare e interrompe il dialogo. Ora è la volta del ”Moro delle Signe “al quale chiedo notizie di Anna, la quale per motivi di lavoro si vede sempre più di rado. Poche battute e velocemente si stacca da me e raggiunge gli altri. Ora la strada è più tranquilla ed io devo un po’ forzare per non rimanere staccato. Per fortuna c’è un ritardatario: Simone il “Rampicone” che, pur essendo arrivato in ritardo all’appuntamento, si è detto convinto: “Tanto li ripiglio, li ripiglio!” e così è stato. Sta riprendendo fiato ed io glielo faccio riprendere con comodo; tanto serve anche a me.
Mi accenna appena dei suoi orientali viaggi quando un gruppo di motociclisti ci sorpassano a tutto gas e ci costringono a rasentare il fosso. Al “Passo dei Pecorai”c’è la transumanza: sono tutti lì in attesa di ricompattare il gregge. Piccolo conciliabolo: si prosegue a diritto o si svolta per le Gore?
Mi fanno scegliere; rispondo senza esitazione: a diritto a diritto, è meno impegnativo! L’ultimo tratto lo faccio in alternanza con “il Graspa” e con “Raffa“ i quali non vedono l’ora di una sosta per ”tubare” un po’.
Siamo finalmente a Greve; Casa del Popolo, merendina, pisciatine (a seconda dei bisogni) e poi di nuovo verso Firenze. Più ci avviciniamo e più l’elastico si stira e si rompe. Piano piano, prendiamo percorsi diversi, ci salutiamo e ci diamo appuntamento per un altro “elastico” prossima domenica.
Beppe.

LE FORTEZZE DEI MEDICI - di Giuseppe Valentini

Alessandro dei Medici nipote di Clemente VII vuole che i Fiorentini abbiano una lezione perpetua
per punirli della loro ribellione avvenuta nel 1526. Per questo motivo ordina la costruzione di una terribile fortezza che noi tutti conosciamo come la Fortezza da Basso, denominata la Fortezza di San Giovanni Battista. Fu costruita nel 1533 in tempi rapidissimi.
Furono impiegate 3000 persone reclutate fra coloro che abitavano in quell'area, ovviamente vennero impiegati anche i carcerati che non si potevano rifiutare. La mano d'opera doveva utilizzare anche i propri: asini, muli ,cavalli che dovevano essere utilizzati per i lavori. Se rapportiamo i cantieri esistenti al giorno d'oggi con tutta la tecnologia che abbiamo a nostra disposizione, c'è da immaginare lo scompiglio provocato da quell'immenso cantiere, anche se il traffico di allora era praticamente inesistente. La costruzione è di rara bellezza architettonica, ma di terribile stupidità. Questa Fortezza contro quali nemici era rivolta? Era nata per cannoneggiare Firenze in caso di ribellione, infatti i cannoni sono tutti rivolti verso il centro della città. Molto interessante il complesso della muratura contornata dai simboli cari ai Medici. La parte esterna, la più elegante della Fortezza ha da un lato le palle del loro stemma e il diamante emblema caratteristico della famiglia Medici; ogni palla è infatti incorniciata da quattro punte di diamante che da nel suo insieme ha un alto valore simbolico. Fu chiamata Fortezza da Basso perché più bassa rispetto al Forte Belvedere il quale, fu costruito circa sessant'anni dopo. La Fortezza da Basso venne costruita in un punto strategico, a ridosso della Porta trecentesca verso Faenza che, percorrendo tutta la via Faenza e traversato il viale, si può ancora vedere. Anche Il Forte Belvedere è nato per cannoneggiare Firenze dall'alto in quanto nessun nemico poteva arrivare dal dietro: non esisteva il viale dei Colli e quindi non era possibile attaccare da quella parte. Inoltre la Fortezza è collegata al giardino di Boboli e al Palazzo Vecchio, residenza dei Medici, i quali attraverso il corridoio Vasariano (costruito in appena cinque mesi ) in caso di fuga potevano facilmente raggiungere il Forte senza essere notati e in piena sicurezza..
Alessandro di Lorenzo de' Medici detto il Moro, sostituisce in questo periodo il fiorino, che rappresentava la Repubblica e recava il giglio da un lato e San Giovanni dall'altro, con la nuova moneta del Principato con il volto di Alessandro da un lato e dall'altro i Santi Cosma e Damiano, tradizionalmente medici e chirurghi cari ai Medici ai quali si attribuisce il primo trapianto di una gamba della storia.
Beppe.



venerdì 9 ottobre 2009


...Autunno. Sergio

venerdì 4 settembre 2009

Monte Grappa - sempre più in alcool

Monte Grappa in pillole

Le tappe:
venerdi 28/8: Feltre-Monte Grappa-Bassano km. 65
sabato 29/8: Bassano-Marostica-Passo Xomo-Bosco di Tretto km. 75
domenica 30/8: Bosco di Tretto-Valli del Pasubio-Passo Xon-Recoaro-Padova km. 75

Il Campione Sociale:
Albi, su tutti.

La salita:
La salita al Monte Grappa si è rivelata inutilmente lunga, insensatamente dura all'inizio e sul finale, superflua dal punto di vista paesaggistico, insignificante quanto a valore epico ciclistico.
Niente roccia dolomitica, troppo verde, troppi prati, troppe scarpate insulse. "Mortirolo dei poveri", la salita cresce fra panorami scontati e banali, alpeggi a non finire, case delle vacanze e biche di vacca... ed in più non c'è acqua: nessuna fontana, nessun torrente, nessun ristoro fino quasi alla sommità.
Ben diversi si sono rivelati gli altri due passi: bar, trattorie, fontane, gente allegra prima, durante e dopo la salita e, al Bosco di Tretto, Kaiser Lucio su tutti.

Bevande e ristori:
Se escludiamo le poche gocce d'acqua bevute durante le salite, questa è la progressione alcoolica:
pochi istanti prima del Grappa (nome omen): mezzo bianco e mezzo rosso per i Tre Moschettieri (Moro, Rampicone, Zio Gavia) e birra media per Albi,
pochi chilometri prima del Xomo: due birre medie per tutti,
la sera prima del Xon, da Lucio: due giri di ombre come aperitivo, circa quattro litri di rosso a tavola per i Tre Moschettieri e due birre medie per Albi; dopo cena giro di grappe e rinforzino con caraffa di bianco degustata all'aperto, al fresco, con Lucio.

La compagnia:
eccezionale, come sempre. Lo zoccolo duro dei 4 Moschettieri ha funzionato alla grande. Per le prossime imprese aspettiamo Nonno Piero e il Coppolone, ma anche tutti gli altri, naturalmente.
Nelle imprese, anche le più banali, vengono condivisi crisi e trionfo, dolore, lacrime e felicità assoluta, fatica, sudore, polvere e la gioia della discesa, pioggia, caldo e freddo e... vino.

I nostri motti:
mettersi in gioco, gestire l'ansia, aspettare chi è rimasto indietro (ammazza, che sò Crepet!)... ma soprattutto sempre più in alcool!

Alla prossima, ir vostro Moro

venerdì 14 agosto 2009

giovedì 13 agosto 2009

Consigli Mitici


In nome e per conto del Beppe.
Sergio

lunedì 10 agosto 2009

RIFONDAZIONE CICLOAMOROSA

Il giorno 6 Agosto 2009 nei compiacenti locali della Trattoria Graziella alla Cave di Maiano sita in Firenze , in prima convocazione alle ore 20.00 e in successiva seconda convocazione dalle ore 20.30 sino a ora tarda, presenti i soci franco, alberto, piero, leoanardo uno, simone, luciana e sergio, si è svolta l’assemblea a suo tempo indetta dei Cicloamorosi con il seguente O.d.G. (Or dite Grullini…):

Punto A – Domanda: Pole il Cicloamoroso ignorare che il tempo passa e che gli usi e i costumi si restringono? Risposta assembleare: Noe !

Punto B – Domanda: Pole il Cicloamoroso Presidente continuare a redigere un foglio mensile uscite tutto pieno per poi constatarne l’ uso non appropriato?
Risposta assembleare: Noe !
Punto C – Domanda: O come s’ha a fare allora per ‘un perdessi di tutto ?
Risposta assembleare: Si prova a far così, elaborando una proposta di Leo Due…



"Una uscita fissa alla vecchia maniera tutte le prime domeniche del mese con appuntamento ore nove Cascine oppure Piazza Piave (a cadenza mensile alternata) onde pedalare insieme per le sconosciute strade del Chianti o zone similari in itinerari scelti al momento secondo estro o numero dei partecipanti.
E poi un’altra uscita del tipo Impresa da svolgersi nel resto del mese e da concordarsi attraverso l’uscita fissa o con chiacchiere e riunioni estemporanee nelle peggiori bettole della città secondo usanza già praticata con soddisfazione."



Applausi e consensi degli intervenuti e immediata ratificazione della risposta assembleare approvata all’unanimità, con applicazione della nuova regola mensile a partire da ottobre 2009.

E con ciò …
A) - Conseguente abolizione del G.P. Fedeltà per gli anni che verranno.
B) - Chiusura di quello in corso, aggiornandosi all’ultima sua classifica prima dell’interruzione già in atto.
C) - Attribuzione del Campionato Sociale 2009 a una delle Imprese che sarà ritenuta atta dai soci.

Il Presidente e l’Assemblea deliberante

domenica 9 agosto 2009

Impresa con dedica.

Scambio di lettere fra Sergio e Marco; noi pubblichiamo, pubblichiamo.
Da: "sergio ciulli" ragazzociulli@alice.it
Essendo che il 12 luglio era ed è il mio compleanno propongo che la tua ultima impresa aggiunga al suo nome la dicitura "per l'istrione con le ali".
Saluti tanti con allegati.
Sergio

To: "ragazzociulli" ragazzociulli@alice.it
CC: "Moro di Signa" hectore@alice.it

Ohibò, touché!!...eh sì, me ne ero dimenticato: sai, i neuroni, ormai carchi d'anni, soffrono; non me ne volere. Raccolgo il tuo invito e dedico l'impresa da noi compiuta sulle Dolomiti lo scorso 12 luglio a "L'Istrione con le Ali"; prego pertanto l'amico Hectore di aggiungere la dedica suggerita dal Presidente e, se vuole, le pubblichi sul sito che più gli aggrada...Rinnovo i saluti e tanti auguri (in ritardo...) Aggiungo altre 2 foto. Ciao Marco

Marco!!!

A volte ritornano e ogni tanto si rivedono, almeno in fotografia.

Marco è riapparso attraverso la lettera che segue. E' nella mailing list e quindi riceve tutte le nostre comunicazioni, fave stiappone comprese, e per ora non ha chiesto la cancellazione.

Il Blog è stato un po' fermo negli ultimi tempi; lo sono stati anche parecchi Cicloamorosi ed anche il sottoscritto, traviato dalla più comoda moto ma non ancora del tutto Zio.
Vediamo di ricominciare e di ripartire da Marco e Guido, col pensiero che corre ad Ely.
Ir vostro Moro di Signa

Marco scrive:
Caro Don Camillo, vi leggo e continuo a pedalare; anzi, alle mie modeste imprese si è aggiunto spesso anche il giovin Guido, che ormai al vecchio genitore "gli dà le paste..."L'ultima che abbiamo compiuto è stata veramente bella: raduno non competitivo su strade chiuse al traffico per l'occasione "Sella Ronda Bike 2009" lo scorso 12 luglio.Manifestazione organizzata e riuscita molto bene.Insomma abbiamo fatto il giro dei 4 passi dolomitici del Gruppo Sella, con partenza e arrivo da Mazzin in Val di Fassa (75 Km). Ti mando un paio di foto e un caro saluto a tutti. Marco (Intercity...)

mercoledì 5 agosto 2009

Consigliata a tutti i praticanti di selle e affini. Buone vacanze dal Presidente

martedì 12 maggio 2009

Imprese e Protesi.


Cercasi pedalatore disposto a traino efficace per prossima Impresa ciclistica.
Rivolgersi agli interessati Beppe e Sergio

mercoledì 6 maggio 2009

Che Casino !



La terra trema. c'è l'influenza suina, il cavaliere rompe , in bici ci si va sempre meno...Ragazzi che Casino ! Sergio

mercoledì 29 aprile 2009

sabato 11 aprile 2009

BUONA PASQUA


E un òvo solo, stavolta.


irbix

lunedì 30 marzo 2009

Attenti alle curve......


Prendi la bicicletta e vai...

sabato 21 marzo 2009

Dialogo dei massimi sistemi tra due cicloamnorosi !

...eh si, un bicchiere tira l'altro...E ci vole ! per fare sette chilometri va via quasi un litro...Macchè, macchè...Di più, di più ! ... Tu dichi ? Allora si ribee...

martedì 24 febbraio 2009

Lucio ci aspetta!

Ci andiamo da tre anni ormai. Schio e il Pasubio, chi ci avrebbe mai pensato? Grazie a.... in virtù del fatto che.... complice una.... Chissà qual è il termine giusto! Diciamo che in relazione ai trascorsi veneti di Leo I abbiamo potuto conoscere dei posti incredibili. Salite di tutto rispetto che piegano le biciclette tanto son dure, paesini sperduti e civilissimi, gente simpatica e beòna, sentieri e neve talmente impegnativi da farci tremar le gambe prima, durante e dopo il trekking e poi.... il Vin!!! E Lucio ne è il dispensatore magno, il sacerdote, il profeta. Distribuisce Vin, cibo e battute. Si espone in prima persona come fanno i Grandi: è il primo a bere e a mangiare, è l'ultimo a smettere, è il migliore a scherzare su tutto, è il più fantasioso a sacramentare, è la persona giusta per metterti allegria. Una Mission.
Gestisce una trattoria a Sant'Ulderico di Schio, "da Eolo". Nome più azzeccato non c'è: guardatelo, sembra sempre sul punto di soffiare allegria su ogni cosa.

Ci siamo andati una volta d'estate per pedalare e due d'inverno per camminare. Il solito zoccolo duro composto da me, da Leo I, da Simone, da Leo II e da Albi. Anche quest'anno ci torniamo, è il nostro modo di fuggire. E' la nostra Patagonia, la nostra Arca Perduta.

Qui a lato trovate le foto di un blitz esplorativo di qualche giorno fa. Io, Andrea, Stefano, Lucio e la sua compagna ukraina. Se siete pigri cliccate qui: http://picasaweb.google.com/irbixx/LucioCiAspetta?feat=directlink


Vostro Moro di Signa alias irbix cioè Franco

domenica 22 febbraio 2009

IL SENSO DEL TATTO - di Giuseppe Valentini


L'anziano uomo era conosciuto dall'intero paese per il suo modo affabile di conversare con la gente.
Molti lo interrogavano sul senso della vita. Lui aveva un modo tutto speciale di viverla, diceva che per affrontarla bisogna pensare che il corpo, a lungo andare, si deteriora e pertanto devi allenarti a sfruttare anche le parti del corpo che usi meno. “Vedete - diceva - io ho imparato ad usare anche la mano sinistra, così all'occorrenza, posso usarla al posto della destra.
Per la vista sto imparando la lettura braille, così se la vista venisse a mancare potrei ancora leggere tranquillamente ed attraverso questa ho scoperto quanto sia importante anche il senso del tatto. Un tempo non davo peso a questo quinto senso, poi col passare del tempo, ho iniziato a valorizzarlo, qualsiasi cosa che io tocchi la sensibilità dei miei polpastrelli trasmette sempre al mio cervello sensazioni che si collegano a ricordi della mia gioventù. Spesso, quando sfioro casualmente la pelle di una giovane, così compatta e liscia, mi ricorda quella della prima e unica donna della mia vita. Mi diceva che sapevo accarezzarla con delicatezza da farle accapponare la pelle. Me ne accorgevo perché il mio tatto, in quei momenti, si faceva più ruvido. Inoltre mi succede anche quando tocco qualcosa di caldo o freddo. Il tatto in queste situazioni ha dei limiti invalicabili; quando il calore è eccessivo il tatto ti avverte che, per non bruciarti, devi togliere la mano da quella sorgente di calore, come quando il freddo raggiunge un limite inferiore allo zero devi fare altrettanto per non rimanere congelato. Puoi anche affidarti ad esso per controllare le stoffe ed altro, in questi casi il tatto diventa il giudice delle qualità che tocchi. In fondo anche l'amicizia ha a che vedere con questo senso, perché una stretta di mano si fonde con il tatto dell'altro. Un tempo nei mercati la stretta di mano concludeva gli affari fra i contadini ed era più importante di una firma su un contratto. Esiste anche un modo metaforico di dire "agire con tatto", ed è vero. Però a me piace accostare il significato del tatto alla carezza in quanto, al di là dei cinque sensi, è quello che esalta e coinvolge anche gli altri, perché sprigiona un senso di una interiore gioia.”

Beppe

lunedì 16 febbraio 2009

IL MONUMENTO ALL'INDIANO a cura di Giuseppe Valentini

Ogni fiorentino che percorre le Cascine alla estremità del parco inevitabilmentes 'imbatte nel monumento all'Indiano a forma di pagoda, al centro della quale emerge il busto del Maharaja. Dopo avere osservato la statua giriamo intorno alla pagoda ammirandone la preziosa fattura in pietra a forma di baldacchino, contornata da una preziosa cancellata. Sotto il monumento in quattro lingue: italiano,inglese, indi e punjabi si descrive la storia dello sfortunato principe. Nell'osservare il suo busto è che nonostante la sua morte sia avvenuta a vent'anni (come scritto sulla lapide) a ben guardarlo ne dimostra di più, ma forse è solo una mia impressione. Il monumento fu costruito nel 1870 dallo scultore inglese Carlo Francesco Fuller. La storia, quella che ci interessa e che ho potuto raccogliere, è la seguente: il giovane principe indiano Rajaram Chuttraputti, Maharaja di Kolhapur, per migliorare le sue conoscenze si recò in Inghilterra nell'ottobre del 1870 con tre mogli e un numeroso seguito di cortigiani. A Londra, dove era andato per studio, fece una breve sosta per salutare la Regina Vittoria che non trovò perché assente, ma fu ricevuto con tutti gli onori del rango dall'allora Primo Ministro William Ewart Gladstone il quale consigliò al Maharajah di percorrere il suo viaggio di ritorno verso l'India visitando Parigi e Nizza e Genova e da lì trasferirsi a Firenze. Durante la sua breve permanenza a Firenze ne approfittò per ammirare le bellezze della città che ben presto divenne a lui cara essendo amante dell'arte. Alloggiava al Grand Hotel di Piazza Ognissanti quando fu colpito da un improvviso malore, probabilmente da un attacco derivato da un infezione polmonare che si trascinava da tempo e che il 30 novembre del 1870 lo uccise all'età di vent'anni. Nel rispetto del rito braminico il cadavere doveva essere bruciato e le sue ceneri disperse alla confluenza di due fiumi. A Firenze l'unica confluenza possibile era quella dell'Arno con il torrente Mugnone e quello fu il luogo che fu scelto per eseguire il rito. Per bruciare il cadavere del Principe il Comune di Firenze, nella persona di Ubaldino Peruzzi, diede il permesso di erigere la pira sulla punta estrema delle Cascine dove ora si erge il monumento. Secondo la tradizione, anche le tre mogli dovevano seguire le sorti del marito facendosi bruciare insieme. Per fortuna non rispettarono la tradizione del Sati e si salvarono. Molti fiorentini parteciparono al macabro rito e da allora il luogo venne chiamato "l'Indiano". Nel 1972 nei pressi del monumento fu costruito il viadotto che scavalca l'Arno, al quale venne dato il nome di Ponte all'Indiano.

Beppe

giovedì 12 febbraio 2009

domenica 25 gennaio 2009

Cicloamorosa in Mostra


Marina in Mostra nella Mostra !
Non perdetevela !
In quanto al Cardellino, beh, parlatene con Piero...

lunedì 12 gennaio 2009

Sempre due ruote sono!


Primi. Primo. Primo. Primo.

Cappotto di tre Cicloamorosi prestati alle due ruote motorizzate.

Campionato Toscano di Regolarità Moto d'Epoca 2008:

Patrizio primo nella categoria fino al 1968,

Andrea primo nella categoria dal 1969 al 1975,

Franco Primo nella categoria dal 1976 al 1987.


E Franco Quarto? Lui scrive t'amo sulla sabbia...



martedì 6 gennaio 2009

i' Befano e l'anno nuovo dei cicloamorosi

il Presidente Sergio e Alessandro - nipote da parte di... ( cfr. amici miei ) - augurano buone pedalate a chi pedala per il piacere di pedalare.