sabato 6 settembre 2014

Gran Sasso d'Italia - Impresa di fine agosto 2014.

Finalmente l'impresa!   Dopo un periodo di torpore e di ripiegamento i Cicloamorosi sono riusciti a progettare (facile) mettere in calendario (meno facile: lavoro, famiglie, figlioli...) e portare a compimento (difficilissimo) un'impresa coi fiocchi, come non se ne vedevano dai tempi delle Dolomiti.
In vista dell'impresa, come sempre prima di partire, c'è stato il solito proliferare di dubbi: nella settimana precedente la partenza sono venute fuori le più fantasiose varianti sulla durata, sul modo di arrivare in loco, sul percorso e... sul perché non fare qualcosa d'altro.   Ma lo Zoccolo Duro dei Cicloamorosi ha tenuto a bada queste ubbìe ed è riuscito a portare 5 poderosi atleti a Campo Imperatore.
A sbaragliare il campo dai dubbi su COSA e COME fare ci ha pensato il Moro con questa poesia dirimente:

La Maremma non mi va
Sull’Amiata caldo fa
Pistoiese fa caà
Appennino? ‘Un ci si va
Il Gran Sesso voglio fà!
O che sono poetà?
E la verga in cul ti va


E quindi partiamo.   E siamo pure in cinque.   Moro, i due Lei, Rampicone ed il bimbo Albi.

In treno fino a Terni, iniziamo a pedalare e scavalchiamo due colli: il primo - anonimo - di 500 metri dietro la Cascata delle Marmore ed il secondo - sostanzioso - dopo Antrodoco, di 1000 metri.
Abbiamo iniziato tardi a pedalare ed i dubbi, le ubbìe, i pensieri (ma anche le borse delle bici) ci sfiancano ed arriviamo in vetta stremati.   Per fortuna c'è sempre un bar in cima alle salite, ed in questo c'è pure una barista tettona meravigliosa che ci rimette al mondo al solo guardarla.   Ci scordiamo della fatica e diluviamo beati due bicchieri di vino bianco.   E' quasi buio, dobbiamo cercare un posto per dormire: ci buttiamo in discesa e a Scoppito (a 10 chilometri dall'Aquila) troviamo una locanda amica.   Gli ultimi chilometri li abbiamo percorsi nell'oscurità totale.   Siamo a 100 chilometri fatti.

Il mattino dopo non ci sono più scuse: ci tocca!   Attraversiamo un'Aquila semi deserta, fra tubature di sostegno, cantieri e tante gru ritte contro il cielo.   Il caffè al torrone del Bar dei Fratelli Nurzia in piazza Duomo ci rimette al mondo.   Via verso Assergi e poi... vedremo.

Già arrivare al piazzale della funivia è un'impresa.   Siamo A Fonte Cerreto a 1130 metri, dobbiamo arrivare a Campo Imperatore  a quota 2130.
I due Lei decidono saggiamente di non strafare: saliranno in funivia.
Rimaniamo "on the road" in tre: gli Zoccoloni Moro e Rampicone e lo Zoccolino Albi.
Il paesaggio è lunare.   E' veramente il Piccolo Tibet.   E' una meraviglia salire in solitudine, con poche macchine a romperti i coglioni, ed ogni tanto pecore e mucche (e cani feroci) che ti guardano scettiche.

Sulla rampa finale lo Zoccolino s'invola.   E' sua la prima piazza a Campo Imperatore.   A pochi metri, gli Zoccoloni arrivano tenendosi per mano.   I due Lei ci aspettano all'albergo.   Comincia a piovere.   Forte.   Ci rifocilliamo e aspettiamo.

Passata è la tempesta e noi Cicloamorosi, tornati in su la via, ci buttiamo in discesa verso Castel del Monte; ci fermiamo e troviamo da dormire.   Abbiamo fatto altri 100 chilometri.

Terzo giorno d'Impresa: dobbiamo arrivare a Pescara.   70 chilometri quasi tutti in discesa resi più vivaci dalle due forature di Leo II.   Ci mettiamo una toppa (sic) e arriviamo in città.   Dopo tre giorni di bici, pastorizia e pedivella, l'impatto con la Normalità del mare e degli ombrelloni e dei villeggianti è devastante.
Turbati, rifuggiamo dai ristoranti vista mare frittura impepata brodetto famiglie crema solare pareo tatuaggio sapore di sale e ci rifugiamo in un fast food indiano, lontani dal mare,   Il proprietario ci ricopre di attenzioni, di vino bianco e di cibo.   Prendiamo il treno felici.

A sera, a casa, in posta elettronica troviamo questa poesia del Presidente, che è rimasto in contatto con noi durante tutta l'impresa, telepaticamente e telefonicamente:

Oggi, a Campo Imperatore,
si festeggia ben di core
il manipolo di audaci
detti anche i ciclaetaci
arrivati in su la vetta
pedalando in bicicletta.
Noi che siam rimasti a valle
grattugiandoci le palle
dai precordi alziamo un coro:
sempre evviva, evviva loro !

Alla prossima!

Il Moro di Signa

Le Foto: Tutte le foto del Gran Sasso









venerdì 4 luglio 2014

Il Presidente Cicloamoroso
     in un ritratto d'epoca

venerdì 27 giugno 2014

Cartolina:
Era bello quando si ziieggiava tutti insieme come ancheggianti peripatetiche!
In tempi di diaspora cicloamorasa ci consolano distintivi e patacche che un dì avemmo stampate di terga e di fronte.
Ci bastava un gesto per individuar la di noi efferatezza, e che compiacimento se ne traeva!
E comunque ciò che era sorride ancora,
nel ricordo un saluto estivo.

Leonardo