martedì 20 dicembre 2011

LA COMPAGNIA DEI BUONOMINI


Un tempo usava, dopo la morte di una persona, offrire del denaro  (da parte di congiunti o conoscenti) per ottenere una diminuzione degli anni da trascorrere in purgatorio dal defunto, chiamata indulgenza plenaria. Questa usanza provocò in Germania l'ira di un monaco agostiniano, Martin Lutero, in quanto anche in quella nazione  prosperava la vendita delle indulgenze plenarie. Martin Lutero gridò allo scandalo in quanto non si poteva pensare che un'anima si potesse salvare con il denaro, bensì con la fede. Da qui la nascita del protestantesimo (1517) contro la Chiesa Romana. Un esempio interessante della vendita delle indulgenze si ha nella Chiesa di San Martino, davanti alla Pretura di Firenze, dove ancora esiste una cassetta in pietra serena nella quale venivano messe le offerte di denaro, e chi faceva  un'offerta  si risparmiava duemila anni di purgatorio. Nella cassetta venivano messe anche le lettere delle persone ridotte in povertà che si vergognavano a stendere la mano per ottenere una elemosina, i "poveri vergognosi".  Alla Chiesa faceva capo la Compagnia dei Buonomini, che col denaro raccolto dalla cassetta provvedeva ad aiutare le persone che ne avevano fatto richiesta. Quando la cassetta era vuota, i Buonomini accendevano un cero o una candela davanti all'immagine di San Martino per avvertire la popolazione che c'era bisogno di aiuto. Proprio da questa usanza deriva il detto: “essere ridotti al lumicino” per indicare una situazione di estrema indigenza.
La cassetta delle elemosine esiste ancora e reca questa scritta: “Ogni volta che uno fa una elemosina ai poveri vergognosi dell'Opera di San Martino  acquista anni duemila di indulgenza plenaria”.



Beppe

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