martedì 23 febbraio 2010

il trenino di vallombrosa



ricerche sul trenino

IL TRENINO DI VALLOMBROSA

Viaggiando in treno verso Roma vi sarà capitato di osservare, in velocità, la stazione di Sant' Ellero (posta fra le stazioni di Pontassieve e Rignano), con il suo aspetto di ispirazione alpina. Questa particolarità ha una sua evidente ragione che ora andrò a spiegare. In tempi andati si poteva raggiungere Vallombrosa, posta a 955 metri di altezza, distante trenta chilometri da Firenze, unicamente con delle carrozze a cavalli. Il viaggio durava dalle quattro/cinque ore e solo pochi fortunati privilegiati potevano permetterselo. Finché un giorno l'ingegnere svizzero conte Giuseppe Telfener, durante un periodo di vacanza a Vallombrosa, estasiato dal panorama decise di dare fondo al suo capitale per realizzare lì una stazione di soggiorno estivo e nello stesso tempo trovare il modo di far affluire i turisti in tempi più brevi. Pensò così di creare una ferrovia a scartamento ridotto, a cremagliera, che dalla stazione di Sant'Ellero giungesse fino al Saltino, località posta a quota 957 metri di altezza, poco distante da Vallombrosa. L'ingegnere lavorò personalmente al progetto che presentò alle Autorità competenti nel novembre del 1891, subito fu approvato con un finanziamento di tremila lire al chilometro. I lavori iniziarono il 23 maggio 1892 e finirono il 20 settembre dello stesso anno e, dopo 5 giorni, il 25 settembre la linea fu inaugurata. Le rotaie erano a scartamento ridotto e per superare alcuni tratti al 22% , la locomotiva doveva usufruire della cremagliera, dove la ruota media della stessa ingranava su un terzo binario, posto al centro delle rotaie, completamente dentato. Per prima cosa l'ingegnere Telfener cambiò l'aspetto della stazione di Sant'Ellero, che era poco più di una capanna, trasformandola in una di stile svizzero, quasi una firma della sua provenienza. Da questa stazione (110m s.l.m), il trenino iniziava il suo percorso di otto chilometri, percorrendo l'ultimo tratto tra querce e castagni terminando infine la sua corsa nella stazione di Saltino. In estate venivano effettuati tre corse di treni andata - ritorno. Il viaggio durava solo 57 minuti. Una conquista, rispetto alle 4-5 ore di un tempo. Il materiale di trazione a disposizione era formato da tre locomotive a due assi, costruite dalla casa americana Baldwin di Filadelfia, a caldaia inclinata, costruita a tale scopo per avere il livello dell'acqua sempre costante, come se il percorso fosse stato in pianura; il materiale utilizzato era costituito da quattro carrozze. D'estate si usavano quelle a giardiniera (scoperte) della capacità di cinquantasei posti a sedere, mentre d'inverno, veniva impiegato un carro bagagliaio provvisto di un piccolo scompartimento dove potevano, data la scarsa affluenza invernale, prendere posto dieci persone, compreso il capotreno che doveva controllare il percorso del trenino . Per il ritorno, in discesa, era il macchinista che aveva tale compito. Comunque tutti i treni erano composti dalla locomotiva e da una sola carrozza e, talvolta, da un carro merci. Il trenino circolò dal 25 Settembre 1892 fino all'ultima corsa effettuata, dopo trentadue anni, il 18 Aprile 1924. Della ferrovia sono rimaste solo alcune tracce e per chi volesse riscoprirle può ripercorrere a piedi il suo percorso senza però, ahimè, poter provare il fascino del trenino sbuffante di un tempo, che la civiltà dei consumi ha messo nel conto delle sue distruzioni.

3 commenti:

Paolo de Vecchi di Val Cismon ha detto...

Vorrei correggere un errore piuttosto frequente. Giuseppe Telfener non era svizzero bensì italiano. Natoa Lucera di Foggia da famiglia di origini altoatesine

Anonimo ha detto...

Vorrei correggere ulteriori errori: Giuseppe Telfener era nato a Foggia e non a Lucera e la famiglia era di origini austriache e non svizzere.
(Maurizio De Tullio - Foggia)

Tommaso Palermo ha detto...

Confermo i natali foggiani del Telfener, la cui famiglia aveva un palazzo su via Arpi, come scrive il De Ritis ne "La città di Foggia".

Tommaso Palermo - Foggia