Un tempo usava, dopo la
morte di una persona, offrire del denaro (da parte di congiunti o conoscenti) per ottenere una diminuzione degli anni da trascorrere in
purgatorio dal defunto, chiamata indulgenza plenaria. Questa usanza provocò in Germania
l'ira di un monaco agostiniano, Martin Lutero, in quanto anche in quella
nazione prosperava la vendita delle
indulgenze plenarie. Martin Lutero gridò allo scandalo in quanto non si poteva
pensare che un'anima si potesse salvare con il denaro, bensì con la fede. Da
qui la nascita del protestantesimo (1517) contro la Chiesa Romana. Un
esempio interessante della vendita delle indulgenze si ha nella Chiesa di San
Martino, davanti alla Pretura di Firenze, dove ancora esiste una cassetta in pietra
serena nella quale venivano messe le offerte di denaro, e chi faceva
un'offerta si risparmiava duemila
anni di purgatorio. Nella cassetta venivano messe anche le lettere delle persone ridotte in povertà che si vergognavano a stendere la mano per
ottenere una elemosina, i "poveri vergognosi". Alla Chiesa faceva capo la Compagnia dei Buonomini,
che col denaro raccolto dalla cassetta provvedeva ad aiutare le persone che ne avevano fatto richiesta.
Quando la cassetta era vuota, i Buonomini accendevano un cero o una candela
davanti all'immagine di San Martino per avvertire la popolazione che c'era
bisogno di aiuto. Proprio da questa usanza deriva il detto: “essere ridotti
al lumicino” per indicare una situazione di estrema indigenza.
La cassetta delle elemosine
esiste ancora e reca questa scritta: “Ogni volta che uno fa una elemosina ai
poveri vergognosi dell'Opera di San Martino
acquista anni duemila di indulgenza plenaria”.
Beppe
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