In vista dell'impresa, come sempre prima di partire, c'è stato il solito proliferare di dubbi: nella settimana precedente la partenza sono venute fuori le più fantasiose varianti sulla durata, sul modo di arrivare in loco, sul percorso e... sul perché non fare qualcosa d'altro. Ma lo Zoccolo Duro dei Cicloamorosi ha tenuto a bada queste ubbìe ed è riuscito a portare 5 poderosi atleti a Campo Imperatore.
La Maremma non mi va
Sull’Amiata caldo fa
Pistoiese fa caà
Appennino? ‘Un ci si va
Il Gran Sesso voglio fà!
O che sono poetà?
E la verga in cul ti va
E quindi partiamo. E siamo pure in cinque. Moro, i due Lei, Rampicone ed il bimbo Albi.
In treno fino a Terni, iniziamo a pedalare e scavalchiamo due colli: il primo - anonimo - di 500 metri dietro la Cascata delle Marmore ed il secondo - sostanzioso - dopo Antrodoco, di 1000 metri.
Il mattino dopo non ci sono più scuse: ci tocca! Attraversiamo un'Aquila semi deserta, fra tubature di sostegno, cantieri e tante gru ritte contro il cielo. Il caffè al torrone del Bar dei Fratelli Nurzia in piazza Duomo ci rimette al mondo. Via verso Assergi e poi... vedremo.
I due Lei decidono saggiamente di non strafare: saliranno in funivia.
Rimaniamo "on the road" in tre: gli Zoccoloni Moro e Rampicone e lo Zoccolino Albi.
Sulla rampa finale lo Zoccolino s'invola. E' sua la prima piazza a Campo Imperatore. A pochi metri, gli Zoccoloni arrivano tenendosi per mano. I due Lei ci aspettano all'albergo. Comincia a piovere. Forte. Ci rifocilliamo e aspettiamo.
Passata è la tempesta e noi Cicloamorosi, tornati in su la via, ci buttiamo in discesa verso Castel del Monte; ci fermiamo e troviamo da dormire. Abbiamo fatto altri 100 chilometri.
Turbati, rifuggiamo dai ristoranti vista mare frittura impepata brodetto famiglie crema solare pareo tatuaggio sapore di sale e ci rifugiamo in un fast food indiano, lontani dal mare, Il proprietario ci ricopre di attenzioni, di vino bianco e di cibo. Prendiamo il treno felici.
A sera, a casa, in posta elettronica troviamo questa poesia del Presidente, che è rimasto in contatto con noi durante tutta l'impresa, telepaticamente e telefonicamente:
si festeggia ben di core
il manipolo di audaci
detti anche i ciclaetaci
arrivati in su la vetta
pedalando in bicicletta.
Noi che siam rimasti a valle
grattugiandoci le palle
dai precordi alziamo un coro:
sempre evviva, evviva loro !
Alla prossima!